di Francesca Ciotola e Vincenzo Peretti
14 Giugno 2007I
RARE, per la prima volta nella Regione Calabria, in collaborazione con il Corso di Laurea in Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro ha organizzato il convegno “Risorse genetiche animali autoctone nel Mezzogiorno d’Italia” che ha avuto luogo venerdì 11 maggio presso l’Aula H dell’Edificio delle Bioscienze del Campus Universitario “Salvatore Venuta” di Germaneto.
L’evento ha riscontrato un enorme successo di pubblico. La partecipazione di esperti del settore, degli studenti dei CdL in Medicina Veterinaria e Scienze delle Produzioni Animali e di appassionati, è stata rilevante a conferma di quanto sia attuale e di interesse la biodiversità animale e la tutela, la salvaguardia ed il recupero delle razze autoctone a rischio estinzione.
Moderatore del convegno è stato il Vicepresidente RARE, dott. Vincenzo Peretti. Ha aperto gli indirizzi di saluti il Prof. Francesco Saverio Costanzo, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo Catanzarese, seguito dal Prof. Franco Peppino Roperto, Presidente del CTO del CdL in Medicina Veterinaria, dal Prof. Valerio Donato, Presidente dell’ARSSA Calabria, dal dott. Francesco Casalinuovo, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Catanzaro ed il Vicepresidente ANAS, Pietro Molinaro. Importante la testimonianza dell’On. Mario Pirillo, Assessore Agricoltura della Regione Calabria.
Ad aprire i lavori il Prof. Domenico Britti, ordinario di Clinica Medica Veterinaria dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, con la relazione dal titolo “Indicatori clinici di benessere animale”, ha illustrato, come, accanto agli indicatori etologici e produttivi (incremento ponderale, indice di conversione dell’alimento, successo riproduttivo etc.), sono impiegati quali indicatori biochimici di benessere degli animali da reddito e non, la determinazione della cortisolemia e l’esame emocromocitometrico.
Si è parlato di “Genotipo, ambiente e produzioni”, relazione dei Proff. Aldo Dario e Guido Bufano, rispettivamente associato e ordinario di Zootecnica Generale e Miglioramento Genetico dell’Università degli Studi di Bari, che hanno posto l’attenzione sulla indissolubile relazione che lega le razze autoctone con l’ambiente, legame che spesso si traduce con performance riproduttive (fertilità, prolificità e fecondità) e di allevamento (peso alla nascita, peso allo svezzamento, incremento medio giornaliero) migliori rispetto alle razze alloctone.
“Animale autoctono e sistemi di valorizzazione: innovazione nella tradizione” è stata la relazione dei dott. Mauro Cavallaro e Enrico D’Alessandro che hanno illustrato le attività del Consorzio di Ricerca Filiera Carni Sicilia, che istituito il 14 dicembre 2001 riunisce le competenze e le esperienze di enti pubblici (Università, Regione, Provincia) e privati, ed i progetti in itere per la salvaguardia del Suino Nero dei Nebrodi.
La dott. Francesca Ciotola, socio RARE e ricercatore di Zootecnica Generale e Miglioramento Genetico dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, con la relazione “Le razze autoctone quali bioindicatori ambientali” ha illustrato come le razze autoctone possano avere un importante ruolo nel biomonitoraggio mutagenetico trasformandosi in sentinelle ambientali da sottoporre a periodici test citogenetici, quali il test delle aberrazioni cromosomiche, degli scambi tra cromatidi fratelli e dei siti fragili. L’aumento di tali valori nel tempo evidenzia una eventuale instabilità del genoma che si può tradurre in mutazioni genetiche, spesso il primo passo per l’insorgenza di neoplasie o difetti immuno-enzimatici.
Ha concluso i lavori il dott. Francesco Monaco, Dirigente Servizio Zootecnia – ARSSA Calabria – Centro sperimentale dimostrativo salvaguardia e valorizzazionesuino nero Calabrese, con la relazione “Autoctono è meglio: l’esperienza del suino nero calabrese per una zootecnia eco-compatibile e prodotti di alta qualità” riferendo come il centro dell’ARSSA ad Acri sia impegnato dal 1996 in progetti per il recupero e la salvaguardia del suino nero di Calabria. Questa razza grazie ad alcune caratteristiche quali la rusticità, la capacità di valorizzare alimenti poveri, il forte istinto al pascolamento, l’elevata attitudine materna, il forte vigore sessuale del verro è in grado di vivere in ambienti impossibili per altre razze, inoltre è in grado di fornire un ottima carne ideale per la trasformazione nei rinomati salumi tipici regionali.