di Luigi Andrea Brambilla e Laura Milone
13 Giugno 2006
All’interno del capitolo di spesa per lo studio, il recupero e la valorizzazione delle popolazioni ovi-caprine in pericolo di estinzione, promosso dal Servizio Vigilanza e Promozione dell’Attività Agricola (Ufficio tutela della produzione agricola), è iniziato nel mese di giugno (2006) l’intervento di individuazione e monitoraggio della capra Bionda dell’Adamello.
Il primo ciclo di visite è stato affidato all’esperto nazionale di razza (L.A.Brambilla), e ha previsto il controllo e la Valutazione Morfologica dei soggetti registrati alla Federazione Allevatori di Trento.
La capra Bionda dell’Adamello, come tutte le razze ufficiali dell’arco alpino, è in possesso del Registro Anagrafico Nazionale che, attualmente, è attivo unicamente nelle province di Brescia, Lecco, Como, Bergamo e Trento.
Ogni soggetto per poter essere iscritto deve superare l’esame dei caratteri estetici di razza, detto esame può essere eseguito solo da un tecnico abilitato in sede centrale (Associazione Nazionale della Pastorizia -AssoNapa-). Nel caso di questo specifico intervento, la Provincia Autonoma di Trento (PAT), su proposta del funzionario incaricato Massimo Pirola (Ufficio tutela delle produzioni agricole), ha richiesto di approfondire l’esame dei caratteri di razza affiancandolo con la Valutazione Morfologica completa, adottata dai Registri Anagrafici. Il motivo è da ricercare nel voler sperimentare questo sistema di valutazione anche nella popolazione caprina Bionda del Trentino e di inquadrare la stessa nell’ambito delle popolazioni caprine alpine.
Il sistema attualmente in uso per la valutazione della razze caprine alpine (attitudine -latte-) è quello sintetico a punteggio, il quale valuta quattro gruppi di caratteri complessivi dell’animale: caratteristiche di popolazione, di conformazione, di sviluppo e mole e caratteristiche attitudinali.
Caratteristiche di Popolazione (C.P.): il punteggio a disposizione, sia nelle femmine sia nei maschi va da un minimo di 30 pt (minimo per l’iscrizione) a un massimo di 40 pt. In questo caso la valutazione degli animali si deve attenere scrupolosamente allo standard di razza, il quale deve essere il più corretto possibile per dare tutti gli elementi necessari ad effettuare la valutazione;
Conformazione (C.): il punteggio a disposizione va da un minimo di 10 pt (minimo per l’iscrizione delle femmine, 20 per i maschi) a un massimo di 20 pt. (30 per i maschi). In questo caso la valutazione degli animali viene effettuata con l’osservazione della conformazione delle diverse regioni zoognostiche dell’animale (es. sviluppo del torace -analisi dei diametri longitudinali e trasversali, sistema locomotore- appiombi e sviluppo della linea dorsale, ecc.) le quali devono in un secondo momento essere confrontate fra di loro per un giudizio sulla loro giusta proporzionalità. Anche in questo caso uno standard di razza completo e attendibile aiuta il valutatore ad esprimere un giudizio tecnicamente corretto;
Sviluppo e Mole (S.M.): il punteggio a disposizione va da un minimo di 10 pt (minimo per l’iscrizione delle femmine, 20 per i maschi) a un massimo di 20 pt. (30 per i maschi). In questo caso la valutazione dello sviluppo giudica gli animali che non hanno ancora completato la maturità di crescita (nelle capre avviene circa a 3 anni). La mole, invece, viene valutata in animali adulti che hanno completato la crescita. L’animale è valutato nel suo complesso, considerando diversi aspetti singoli (per esempio la taglia e la lunghezza del tronco, ecc.) e il giudizio viene dato in base a come il soggetto si pone nella popolazione e a seconda degli obbiettivi di miglioramento della stessa. Anche in questo caso uno standard di razza completo e attendibile aiuta il valutatore ad esprimere un giudizio corretto;
Caratteri Attitudinali (C.A.): è un elemento di valutazione esclusivo delle femmine, il punteggio a disposizione va da un minimo di 10 pt (minimo per l’iscrizione) a un massimo di 20 pt. In questo caso la valutazione attitudinale del soggetto deve tener conto di due gruppi di caratteri funzionali. Il primo è legato all’espressione dell’animale alla produzione di latte (valutazione della testa, del collo, corrispondenza fra sviluppo dell’anteriore e del posteriore, valutazione del ventre, e principalmente osservazione della mammella). La valutazione del secondo gruppo di caratteri, invece, deve tenere conto del sistema allevatoriale nel quale queste capre devono esprimere la loro produzione di latte. La valutazione della rusticità diventa in questo caso del tutto fondamentale, anche come espressione di una discreta resa al macello dopo la riforma del soggetto. Essa si esprime come un’adeguata morfologia degli animali ad un sistema di allevamento semi-stabulato con uso del pascolo in quota, e si colloca, come corretto aspetto morfologico, ad un livello intermedio fra una eccessiva finezza-gentilezza e una marcata grossolanità. Anche in questo caso uno standard di razza completo e attendibile aiuta il valutatore ad esprimere un valido giudizio.
La somma dei punteggi parziali compone un giudizio finale che ha come massimo valore 100, sia nel maschio sia nella femmina, è 60 il valore minimo per l’iscrizione al R.A. delle femmine (70 nei maschi). Il punteggio finale esprime il grado di perfezione del soggetto esaminato rispetto al modello ideale.
La situazione della Bionda in Trentino si sta rivelando molto interessante. Le valutazioni svolte hanno riguardato parte dei circa 160 animali regolarmente registrati presso la Federazione Allevatori di Trento e attualmente distribuiti in 8 stalle. Da verifiche effettuate precedentemente si stima la presenza di un ulteriore centinaio di soggetti (stalle totali 15), a conferma del crescente interesse che questa razza sta incontrando.
Gli allevamenti individuati interessano principalmente le valli di Ledro, del Chiese, Giudicarie, Rendena, di Non, dell’Adige, dei Mocheni e Valsugana; in generale il Trentino occidentale presenta il maggior numero di stalle.
Da evidenziare sono le diverse tipologie dei sistemi allevatoriali incontrati, aspetto questo da tenere in considerazione per quello che sarà il futuro cammino della capra Bionda in Trentino. A fianco di sistemi tradizionali, per conduzione e ricoveri, sono presenti neo realtà di tipo imprenditoriale che, all’aspetto tradizionale di conduzione (uso del pascolo), affiancano un’organizzazione razionale dell’allevamento con l’uso di strutture moderne.
È bene ricordare che, la maggior parte dei soggetti censiti proviene da un consistente flusso di animali dalle province di Brescia e Lecco a seguito di intensi scambi che da qualche anno stanno interessando le zone di maggior concentrazione di capra Bionda in Trentino. È comunque ragionevole pensare che sul territorio provinciale ci siano ancora alcuni soggetti, diretti discendenti del vecchio ceppo trentino di capre bionde, che costituiscono oggi la priorità di salvaguardia di questi allevatori.