Riassunti delle relazioni presentate
28 Dicembre 2006
Il 23 Settembre 2006, R.A.R.E. ha celebrato da Guastalla (RE) il secondo EAD (European Agrobiodiversity Day) con un convegno dal titolo “Prodotti lattiero-caseari di razze autoctone italiane”.
Di seguito sono forniti i riassunti delle relazioni presentate al convegno, i testi completi sono disponibili ai Soci di RARE e sono stati loro forniti con le newsletter di Ottobre e Dicembre 2006. Per informazioni su come associarsi consultare la sezione Associati.
Prodotti lattiero-caseari di razze autoctone italiane
La bovina Varzese: a che punto siamo?di Riccardo Fortina (Università di Torino)
Una ricerca sulla numerosità a inizio secolo, a metà degli anni ’50 ed attuale della bovina Varzese (anche chiamata, a seconda delle località di allevamento, Tortonese, Montana, Cabellotta o Ottonese), conferma il trend positivo di questa razza, oggi presente in circa 150 esemplari. Sono riportate le tecniche di allevamento e le finalità produttive nelle 5 Regioni dove attualmente è allevata, le nuove acquisizioni su alcune caratteristiche della razza quali rusticità e fertilità, le attuali difficoltà riscontrate dagli allevatori e le possibili soluzioni per la sua salvaguardia e per la valorizzazione di produzioni tradizionali e nuove.Implicazione di carattere igienico-sanitario nella produzione di formaggi di pecora nell’Alto Appennino reggianodi Andrea Iotti e Carlo Alberto Alberti (A.U.S.L. di Reggio Emilia, Servizio Veterinario)
Vengono illustrati i requisiti strutturali e gestionali dei piccoli caseifici necessari a fornire al consumatore tutte le garanzie igienico-sanitarie che rappresentano il prerequisito fondamentale che la legislazione garantisce per la produzione di formaggi locali, e in particolare del Pecorino dell’Appennino Reggiano prodotto dalla razza autoctona Cornella. Sempre con l’occhio rivolto al reddito degli allevatori ed al fine di valorizzare la questa razza ovina, gli Autori illustrano i tentativi in corso di realizzazione per la valorizzazione della ricotta, della lana, della carne e dei derivati (barzigole, violini, salami, pecora sotto sale, pecora bollita).
Parmigiano Reggiano di razze autoctone
di Daniele Bigi e Paolo Zambonelli (Università di Bologna)
Gli Autori ricostruiscono l’origine di questo formaggio e la produzione attualmente ottenuta con il latte di Modenese (o Bianca Val Padana o Carpigiana) e di Reggiana (o Fromentina), razze autoctone in fase di recupero. Vengono descritte le caratteristiche morfologiche e produttive delle due razze, la consistenza attuale e passata, le attività di conservazione che testimoniano, soprattutto per la Reggiana, un eccellente esempio di sinergia razza-prodotto che ha portato ad un incremento numerico della razza e alla valorizzazione del Parmigiano Reggiano. Più critica appare invece ancora la situazione della Modenese, che solo ora si affida alla valorizzazione dei prodotti Parmigiano Reggiano e vitellone per un suo recupero.
Il bovino Agerolese e il Provolone del Monaco D.O.P.
di Francesca Ciotola (Università di Catanzaro)
Nella zona dei Monti Lattari e della Penisola Sorrentina in provincia di Napoli è allevata la razza Agerolese di cui vengono illustrate le principali caratteristiche morfologiche e produttive. L’Agerolese è utilizzata quasi esclusivamente per la produzione di latte (circa 20 litri/die con un tenore di proteine e grassi superiore al 3,5%), destinato in larga parte alla trasformazione in burro, fiordilatte e formaggi stagionati, quali caciocavalli ed il Provolone del Monaco. L’Autore illustra i provvedimenti sinora adottati per la conservazione della razza e per la valorizzazione delle sue produzioni, in particolare del “Provolone del Monaco” di cui è stata fatta richiesta di marchio comunitario D.O.P.
Razze autoctone piemontesi e prodotti caseari tipici
di Joséphine Errante (Università di Torino)
Dopo oltre dodici anni dall’avvio della politica di sostegno alle razze a rischio di estinzione l’Autore presenta un bilancio della situazione piemontese. Le razze a maggior consistenza numerica hanno continuato a rafforzarsi; alcune popolazioni, poco caratterizzate geneticamente e facilmente ottenibili con incroci quale la Tacola, presentano un incremento “esponenziale”; le razze ridotte a livello di reliquie (Saltasassi, Garessina, Savoiarda e Sempione) non hanno praticamente usufruito di questi finanziamenti e la loro situazione è rimasta pressochè invariata. Vengono anche illustrate le caratteristiche di alcuni prodotti ottenuti da razza autoctone: robiola di Roccaverano, seirass del fen e toma di Murazzano.
La bovina Siciliana e la provola dei Nebrodi
di Luigi Lotta (Università di Messina)
L’Autore riporta i risultati di alcuni studi sulla razza autoctona Siciliana relativi ai caratteri morfologici e produttivi di questa razza simile alla più nota e diffusa Modicana. Dal latte della Siciliana, la cui spiccata attitudine casearia è dimostrata dai polimorfismi genetici lattoproteici, viene prodotta la “Provola dei Nebrodi”, riconosciuta tra i prodotti storici fabbricati tradizionalmente e di cui viene illustrato il processo produttivo.
Il Cacioricotta di capra Garganica
di Antonio Contessa (Responsabile TS Centro di Biodiversità Animale)
Dopo avere illustrato le caratteristiche morfologiche e produttive, la consistenza e l’area di allevamento della razza caprina Garganica, l’Autore illustra le peculiarità di alcune produzioni (derivati della carne e del latte) e in particolare del Cacioricotta. Viene illustrata la tecnica di produzione, ancora oggi effettuata secondo la tradizione locale da alcuni allevatori-casari, e il ruolo fondamentale svolto dalle attività di promozione e commercializzazione di questo formaggio nel programma di conservazione della Garganica, la cui sopravvivenza è anche legata all’attività svolta dal Centro di Biodiversità Animale di cui RARE è fondatore.